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Sa Patzata

Tipologia: Insediamento
Periodo/Età: Nuragico/PreNuragico
Stato di Conservazione: Tracce
Accessibilità: Ottima
Fruibilità: No
Condizione Giuridica/Proprietà: Privato
Altitudine: 730 m. s.l.m.
Bibliografia: Inedito

La grande struttura muraria difensiva cinge con un tracciato che originariamente doveva raggiungere quasi 500 m di sviluppo complessivo, l’ampio pianoro sommitale (q.730/733 m circa s.l.m.) di un basso dosso collinare appena rilevato sulla vasta fascia pianeggiante di Sa Patzata. La zona delimitata dalla cinta muraria, interessata da interventi di bonifica superficiale dei terreni, è attualmente utilizzata a pascolo quasi completamente privo di essenze arboree; il profilo dell’area sommitale appare piuttosto uniforme e regolare ed è mosso soltanto da qualche affioramento granitico che nella fascia periferica è stato inglobato nel circuito dell’opera muraria difensiva. Le abbondanti acque di superficie che solcano la sottostante fascia pianeggiante di Sa Patzata dovevano costituire in antico una sufficiente risorsa idrica per le popolazioni insediate nell’area sommitale protetta.
L’impianto planimetrico originario del grande recinto, almeno parzialmente leggibile nella copertura aerofotografica in scala 1:10.000 (Ortofotocarta sez. n. 481.080, Punta Carreri), disegnava sul terreno un grande trapezio ad angoli appena stondati, con asse maggiore quasi esattamente S>N, delimitando un’area di m 140/160 x 85/90 circa, pari ad una superficie interna utile di 13500 mq circa; attualmente, pur in presenza di importanti lacune e di sovrapposizioni di moderni muri di delimitazione parcellare alle strutture murarie antiche, è possibile seguire in maniera piuttosto agevole l’intero tracciato del perimetro murario difensivo benché questo si conservi, spesso, per un unico filare appena affiorante dal terreno. L’opera muraria residua, dallo spessore uniforme di m 2,30/2,40, appare realizzata mediante impiego, nei paramenti, di grandi conci poligonali di granito, con sacco intermurario costituito da pietre di dimensioni decisamente inferiori. L’accesso originario all’area munita non è rintracciabile sul terreno.Il lato S, a sviluppo pressoché rettilineo e con orientamento E/SE>O/NO, misurava in origine circa 90 m; al momento residuano a vista lunghi tratti (per un unico filare) del paramento esterno e un importante brano (lungh. m 16,90) dell’intero corpo murario (spess. m 2,40; elevato di altezza variabile da m 0,12 a m 0,56 per 1 filare a vista); il tratto di raccordo con il lato O non è conservato. Il lato O, a sviluppo quasi rettilineo e con orientamento appena S/SO>N/NE, doveva raggiungere circa 140 m di lunghezza; in questo settore il tracciato originario del recinto appare ricalcato da un muro di delimitazione parcellare che si sovrappone, obliterandole in gran parte, alle strutture murarie antiche. Restano tuttavia a vista (generalmente per un unico filare) alcuni lunghi tratti del paramento esterno. In corrispondenza dell’ultima porzione del lato O, nel punto di raccordo con il lato N, la struttura muraria difensiva è interrata e sostituita, per un tratto di circa 20 m, dall’alta parete quasi verticale di un grande affioramento granitico inglobato direttamente nel tracciato del muro di cinta. Il lato N, a sviluppo appena curvilineo e con orientamento O/SO>E/NE, doveva raggiungere in origine una lunghezza di circa 85/90 m; al momento risultano a vista il paramento esterno in grandi conci poligonali di granito, un breve brano (lungh. m 5,80) dell’intero corpo murario (spess. m 2,30/2,40; alt. da m 0,05 a m 1,40) e, nella porzione terminale, un tratto del solo paramento interno. Il lato E, pressoché rettilineo (tranne che all’estremità N, dove un sensibile cambio di orientamento dell’ultimo lembo residuo della struttura muraria accenna ad un probabile tratto curvilineo di raccordo con il lato N) e con orientamento quasi esattamente S>N, doveva raggiungere stando almeno alle evidenze di superficie uno sviluppo originario di 155/160 m circa; anche in questo settore la cinta muraria residua è parzialmente obliterata da un moderno muretto di delimitazione parcellare e da impenetrabili formazioni di rovi, se ne seguono tuttavia lunghi tratti (lungh. complessiva apprezzabile m 120 circa) dei paramenti murari, in grandi conci poligonali di granito (per lo più per un solo filare parzialmente affiorante dal terreno), ed un importante brano dell’intero corpo murario difensivo (lungh. m 15,90; spess. m 2,30/2,40; alt. m 0,10/0,32).In corrispondenza dell’estrema porzione settentrionale dell’area delimitata dalla muraglia difensiva, in presenza di importanti e accidentati affioramenti granitici, è stata realizzata, verosimilmente in antico, una zona ulteriormente munita, una sorta di piccola roccaforte, ottenuta costruendo un poderoso allineamento di enormi blocchi di granito (lungh. 13,50; alt. max. residua m 1,40; spess. m 0,60/1) sviluppato da E a O, in modo da raccordare le imponenti creste granitiche alla cortina muraria del lato N del recinto; nello sbarramento, grossomodo in posizione centrale, è risparmiato uno stretto passaggio di 1 m circa di larghezza.Il pianoro sommitale, all’interno del perimetro murario difensivo, conserva tracce di alcune strutture antiche sopravvissute almeno parzialmente agli estesi lavori di bonifica superficiale e alle arature dei terreni; si notano in particolare un lungo allineamento rettilineo E>O di grandi blocchi di granito (lungh. m 25 circa; spessore apprezzabile m 1 circa; alt. da m 0,22 a m 1,15 per due filari) addossato ad un’area rilevata rispetto alla zona circostante, e almeno 4 probabili capanne circolari (diametri esterni da m 7 a m 7,60), individuate sul terreno da buona parte dei rispettivi muri perimetrali affioranti per unico filare, in corrispondenza del paramento esterno.La ricognizione autoptica dell’area sommitale non ha restituito materiali di superficie; alcuni frammenti di rozza ceramica d’impasto e una modesta quantità d’industria litica su ossidiana si recuperano nei terreni arati a valle dei lati O e N delle cinta muraria. Il grande recinto di Sa Patzata, sia per l’impianto planimetrico d’insieme che per le caratteristiche costruttive dell’opera muraria difensiva, sembra trovare uno stringente confronto, pur nella diversità delle dimensioni complessive, con due vasti recinti a pianta trapezoidale localizzati nell’altopiano di Campeda, in agro di Bonorva (Aeddo= m 75/36 x 54/42 e Mura Cariasas=  m 70,50/66,50 x 56/40), variamente datati ad epoca tardo-nuragica (Lilliu) o prenuragica (Contu).

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