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Area Ramsar

Convenzione di Ramsar

La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, è stata firmata a Ramsar, in Iran, il 2 febbraio 1971, nell'ambito della "Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli Acquatici", promossa dall'Ufficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council for bird Preservation).
Viene riconosciuta così l'importanza ed il valore delle zone denominate "umide", ecosistemi con altissimo grado di biodiversità, habitat vitale per gli uccelli acquatici e per la protezione degli habitat.

L'area Ramsar Foce del Rio Posada

Il sito "Foce del Rio Posada", inserito all'interno dei confini del Parco Naturale Regionale "Tepilora", comprende il tratto terminale del Rio Posada, inclusa la piana alluvionale costituita dallo stesso Rio Posada e da altri corsi d'acqua minori, nonché il litorale sabbioso e il tratto di mare incluso entro l'isobata dei 5 m.
Si tratta di un sistema umido complesso che si estende su una superficie di circa 841 ha e si caratterizza per un elevato grado di naturalità, in quanto non sottoposto a importanti interventi di regimazione idraulica, e perciò rappresenta un esempio quasi unico in Sardegna, e ormai raro nella regione zoogeografica mediterranea, di sistema di foce praticamente integro di un tipico corso d'acqua a regime torrentizio.
Il sito presenta inoltre una considerevole varietà ambientale in quanto i tratti fluviali che vi confluiscono hanno andamento sinuoso e determinano un reticolo di vie d'acqua, nonché la formazione nella piana alluvionale di un sistema di stagni retrodunali e di piccoli stagni interni, in parte temporanei a in parte subpermanenti. Questa varietà ambientale si riflette in una biocenosi piuttosto ricca di taxa animali e vegetali rappresentativi del contesto biogeografico.
Il sito comprende il sistema umido del tratto terminale del Rio Posada, inclusi parte della piana alluvionale, i piccoli stagni temporanei e gli stagni retrodunali, che risultano funzionalmente connessi allo stesso Rio Posada ,e il tratto di mare antistante. I confini del sito sono individuabili, partendo dall'estremità nord-orientale, dalla strada comunale che congiunge Punta Orvile (che coincide quasi con il limite nord-orientale della delimitazione proposta) con la SS125 costeggiando Monte Orvili: il limite dell'area prosegue lungo la SS125 fino all'incrocio con la strada asfaltata che passa lungo la sinistra orografica del Rio Posada, fino al restringimento dell'alveo fluviale in prossimità dell'abitato di Torpé. Da qui il limite passa sull'altra sponda del fiume e, seguendo l'argine in sponda destra, incrocia la SS125; da qui il limite include il Rio Santa Caterina lungo la strada che fiancheggia lla parte orientale dell'abitato di Posada fino alla sua estremità sud orientale. Da qui il confine segue la viabilità secondaria aggirando il depuratore e seguendo un tracciato che si ricongiunge alla provinciale per San Giovanni-Santa Lucia e quindi, attraverso la viabilità locale,arriva a includere la peschiera di Sos Palònes, che costituisce la bocca a mare dello Stagno Longo; a est il confine del sito segue il limite fra vegetazione alofila e psammofila lungo il cordone sabbioso litoraneo fino a includere la foce del Rio Posada.
Il bacino idrografico è costituito da due sottobacini principali, quello del Rio Posada e quello del Rio Mannu di Bitti che confluisce in quest'ultimo a monte dello sbarramento artificiale di Maccheronis. Il sistema di foce mantiene un elevato grado di naturalità, e, in questo senso, può essere considerato un esempio molto raro e quasi unico di sistema di foce fluviale ad elevato grado di naturalità in un contesto come quello della Sardegna in cui la maggior parte dei corsi d'acqua ha subito pesanti interventi di regimazione idralulica fino alla foce.
Il sito è alimentato principalmente dal Rio Posada che a circa 1,8 km dalla bocca a mare si dirama in due tronconi che a loro volta danno luogo a ulteriori ramificazioni che si estendono lungo il cordone sabbioso a sud della bocca a mare nei pressi di Punta Orvili. Ulteriori tributari del sistema di foce sono il Rio di San Simone che intercetta il Rio Posada a valle della prima biforcazione e il Rio Santa Caterina che scorre quasi parallelamente al Rio Posada, a sud di quest'ultimo, con il quale contribuisce a costituire il sistema di canalizzazioni parallele al cordone litoraneo e che fornisce il principale apporto di acque continentali dello Stagno Longo. Quest'ultimo, alimentato anche dal canale di bonifica di Paule Pedru, presenta una bocca a mare permanentemente pervia che garantisce un continuo apporto di acque salate all'interno dello stagno. È infine rilevante la piana alluvionale, in parte adibita a coltivazioni (agrumeti e orti) e in parte a pascolo, con ampie praterie di alofite nelle porzioni costiere e alcuni piccoli stagni nella parte più interna che risultano spesso inondati anche nei mesi estivi in quanto alimentati dalla falda superficiale.

Flora e Fauna dell'area Foce del Rio Posada

Il sito riceve apporti permanenti, anche se soggetti a importanti variazioni stagionali e interannuali, di acque dolci provenienti dal vasto bacino idrografico e inoltre si caratterizza per un continuo apporto di acque marine, anch'esso soggetto a variazioni stagionali, in prossimità delle foci. Questo apporto di acque continentali e marine fa sì che all'interno di un'area relativamente ristretta si riscontri una notevole diversità ecologica. Sono presenti infatti ampie estensioni di canneto a Phragmites australis e pregevoli formazioni riparie a Tamarix e Salix lungo le rive del Rio Posada e del Rio Santa Caterina, mentre nei tratti terminali, più vicini al cordone sabbioso, e nello Stagno Longo, prevalgono formazioni alofitiche a salicornie (Sarcocornia spp.) sueda (Sueda sp.) e obione (Obione portulacoides); nelle aree soggette a pascolo si rilevano praterie a graminacee e piante annue, in parte soggette a temporaneo allagamento, che si configurano come habitat steppici mediterranei. Nei piccoli stagni interni si rilevano formazioni riparie a Tamarix sp. e Typha angustifolia.
Questa diversità ambientale si riflette in una notevole diversità di specie animali, soprattutto uccelli, ma anche anfibi e rettili fra cui è particolarmente rilevante la presenza di Emys orbicularis lungo le aste fluviali del Rio Posada e del Rio Santa Caterina.
Rilevante la presenza del Pollo sultano Porphyrio porphyrio lungo il rio Posada e nello stagno interno presso la SS 125 ; in quest'ultimo sito si rileva la nidificazione regolare di Airone rosso Ardea purpurea, Nitticora Nycticorax nycticorax e Airone guardabuoi Bubulcus ibis; irregolare della Moretta tabaccata Aythya nyroca e della Sgarza ciuffetto Ardeola ralloides. Negli ambiti ad acque salate e salmastre si registra la nidificazione del Cavaliere d'Italia Himantopus himantopus, mentre nel cordone dunale quella del Fratino Charadrius alexandrinus; infine nella piana alluvionale si rileva la nidificazione dell'Occhione Burhinus oedicnemus, della Calandrella Calandrella brachydactyla e del Calandro Anthus campestris. Durante le migrazioni e lo svernamento il sito è frequentato da contingenti di anatidi, rallidi, limicoli e laridi. È inoltre da considerare che il sito costituisce uno dei più estesi e articolati sistemi umidi lungo la costa orientale della Sardegna e che pertanto riveste un ruolo importante quale area di sosta per gli uccelli acquatici e terrestri durante le migrazioni pre-riproduttiva e post-riproduttiva.

Nel sito è presente Cynomorium coccineum, specie localizzata nel territorio italiano e diffusa soprattutto in Sardegna, Sicilia, Basilicata e alcune isole minori. In passato era classificata cone vulnerabile a livello nazionale (Conti et al., 1992) ed è attualmente classificata in categoria.

Fra i rettili è rilevante la presenza di Emys orbicularis.
Sono inoltre presenti nel sito diverse specie di uccelli rari e minacciati fra cui alcune incluse nell'Allegato I della Direttiva Uccelli selvatici :

Ixobrychus minutus – specie migratrice trans-sahariana, nidificante nei canneti lungo il sistema fluviale. Rara a livello regionale e nazionale.

Nycticorax nycticorax – specie prevalentemente migratrice trans-sahariana, presente nel sito soprattutto durante la migrazione e in periodo riproduttivo. Mancano prove di nidificazione ed è possibile che le presenze  estiversiano da ascrivere a soggetti nidificanti al di fuori del sito. Rara in Sardegna e in declino a livello nazionale.

Ardeola ralloides – specie prevalentemente migratrice trans-sahariana, irregolarmente nidificante nel sito in garzaia polispecifica. Rara e localizzata a livello regionale con una popolazione inferiore alle 20 coppie.

Aythya ferina – è presente nel sito sito soprattutto durante le migrazioni e lo svernamento ed è irregolarmente nidificante. La specie è rara come nidificante a livelloregionale e nazionale e in declino a livello globale.

Aythya nyroca –rara e localizzata in Sardegna. Nidifica irregolarmente nel sito.
Circus aeruginosus – nidificante probabilmente in modo regolare nel sito. Presente anche con contingenti svernanti e nidificanti. La specei è rara come nidificante a livello regionale e ha un trend negativo in Italia.

Calandrella brachydactyla – nidificante nelle praterie all'interno del sito. In forte declino in Italia.

Alauda arvensis – l'Allodola nidifica nelle praterie alofile all'interno del sito ed è presente con contingenti migratori e svernanti.  La specie è in declino in gran parte dellì'areale, ma in modo molto accentuato in Italia.

Motacilla flava – specie migratrice nidificante nel sito. Rara e localizzata in Sardegna, risulta in forte declino in tutto il territorio nazionale.

Lanius senator – specie migratrice trans-sahariana presente nel sito con una piccola popolazione nidificante. L'Averla capirossa risulta in forte dimuinuzione in Italia.

Il sistema lagunare costiero individuabile all'interno del sito costituisce una comunità ecologica di ecotono, caratterizzata da notevole complessità e inquadrabile fra i siti prioritati elencati nell'Allegato I della Direttiva Habitat.


(Fonte : Relazione Foce del Rio Posada e zone umide limitrofe- Ramsar Information Sheet (RIS), aggiornato 2017)


- DECRETO 17 maggio 2018
Individuazione della zona umida denominata «Foce del Rio Posada», ai sensi della Convenzione internazionale di Ramsar.

PDF - Piano Operativo di Dettaglio (POD) Parco di Tepilora - MedSea

PDF - Supporto tecnico per la finalizzazione della procedura di accreditamento e la successiva promozione del sito Ramsar Foce del Rio Posada

PDF - Ramsar Information Sheet (RIS)

PDF - Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Site "Foce Rio Posada": request of the Ramsar designation

 

Comunicati stampa

Zona Ramsar Rio Posada
Zona Ramsar Rio Posada
(foto di: Parco di Tepilora)
Ortofoto foce Rio Posada
Ortofoto foce Rio Posada
(foto di: Parco di Tepilora)
Ortofoto foce Rio Posada
Ortofoto foce Rio Posada
(foto di: Parco di Tepilora)
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