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Nuraghe Istelai

Tipologia: Nuraghe
Periodo/Età: Nuragico
Stato di Conservazione: Elevato
Accessibilità: Buona
Fruibilità: Si
Condizione Giuridica/Proprietà: Privato
Altitudine: 720 m. s.l.m.
Bibliografia: A. TARAMELLI, Carte archeologiche della Sardegna , Sardegna Archeologica – Reprints–, Delfino Editore, Sassari 1993, vol. 1, F. 194, II N.E., p. 98 , n. 2.

Il monumento, un nuraghe complesso, sorge a quota 719 m s.l.m., al margine NE dell'ampia e fertile zona pianeggiante di Edutta-Campidanu (oggi interamente utilizzata a pascolo-arativo), delimitata da morbidi rilievi collinari e ricca di acque di superficie (Riu Campidanu) e sorgive; a tal proposito, almeno tre sorgenti localizzate in un raggio di circa 300/350 m circa dal nuraghe potevano rappresentare in antico ottime opportunità di approvvigionamento idrico.
L'enorme massa edilizia appare articolata in una torre centrale o mastio e in un corpo d'addizione concentrico (trilobato) costituito da 3 torri minori (“A”, “B” e “C”), disposte rispettivamente a S, O/NO e a E della torre principale e raccordate da cortine murarie a sviluppo rettilineo (almeno in corrispondenza dei tratti residui); parti di un probabile antemurale, sviluppato a partire dalla torre “B”, si conservano infine immediatamente a N del nuraghe. Non si notano invece tracce di un aggregato di strutture abitative nelle adiacenze del monumento, occorre tuttavia sottolineare come l'intera area sia stata interessata da sistematici e radicali interventi di bonifica superficiale dei terreni.La maestosa mole del complesso edilizio nuragico si eleva per un'altezza max. di 8,50 m circa sull'attuale piano dì campagna e raggiunge come sviluppo orizzontale le considerevoli dimensioni di m 22,90 circa, lungo un asse grossomodo S/SE>N/NO, e di m 22,30 circa lungo un'asse E>O; estesi fenomeni di crollo, con conseguente disfacimento di ampie superfici murarie, interessano i settori O e NE del mastio, le torri minori “A” e (soprattutto) “C”, le cortine murarie del bastione nei tratti di raccordo tra le torri A” e “B”, “A” e “C” e, in minor misura, “B” e “C”. Enormi masse di crollo, relativamente ben assestate, si sovrappongono verosimilmente a lunghi tratti di strutture murarie ancora in opera e aderiscono ai paramenti esterni dei muri perimetrali; un chiaro indizio della notevole potenza (almeno m 2 circa) del deposito di crollo/interro che insiste alla base del monumento è fornito dall'architrave in situ dell'ingresso del bastione, attualmente collocato quasi al livello del piano d'ingombro.Il mastio, a profilo troncoconico e con copertura a tholos non conservata, presenta allo svettamento un diametro esterno di m 9,20 e un elevato a vista (sull'ingombro dì crollo) di altezza variabile da m 4,90 (per 13 filari) nel settore SE a m 0,41 (per 1 filare) nel settore 0, ed uno spessore murario max. di m 3,55; l'opera muraria è realizzata in conci di granito di dimensioni varie (da medio-grandi a davvero cospicue), con facce a vista a contorno da poligonale a rettangolare, distribuiti lungo filari relativamente regolari.L'ingresso, localizzato nel settore SE, presenta luce forse trapezoidale (alt. a vista m 1,09; largh. m 0,70/0,90) ed è in buona parte interrato e ingombro di materiali di crollo; lo sormonta un grande architrave (lungh. m 1,95; spess. max. m 0,80; largh. max. m 0,95) a profilo sommitale curvilineo, funzionale evidentemente ad un più efficace sistema di distribuzione dei carichi soprastanti, vista anche l'assenza di un finestrello di scarico. A ridosso dello stipite S un limitato fenomeno di crollo interessa il tessuto murario del paramento esterno del muro perimetrale del mastio.
L'ingresso immette nell'andito d'accesso rettilineo a pianta lievemente strombata all'interno (lungh. m 4,05; largh. m 0,80/l.,18; alt. sul piano di colmaticcio m 0,31/1,47) e copertura a piattabanda; l'andito è parzialmente interrato e ingombro di materiali di crollo mentre la porzione terminale appare quasi completamente ostruita da materiali di risulta prodotti da scassi clandestini praticati nelle nicchie del vano camera. Lungo la parete N dell'andito, a circa m 1,70 dall'ingresso, si apre la cosiddetta “garitta”, a pianta grossomodo sub-trapezoidale con lato dì fondo stondato (lungh. m 2,15; largh. m 0,46/0,82; alt. max. sul piano d'ingombro m 1,80) e con copertura mista, a piattabanda nella porzione anteriore e a falsa volta in quella posteriore. Frontalmente alla “garitta”, lungo la parete S dell'andito, a m 1.65 circa dall'ingresso, si apre il vano scala, accessibile da un ingresso architravato e con copertura a falsa volta a profilo ogivale; il vano (alt. max. a vista m 1,20. Largh. sul piano di crollo m 1,20; alla sommità m 0,90), interrato e ingombro di materiali di crollo, è percorribile per una lungh. di m 2,50 circa, tuttavia, nell'area sommitale del mastio è possibile leggerne il tracciato a sviluppo elicoidale per un ulteriore lungo tratto di m 10,40 circa.Il vano camera, a pianta circolare (diam. sul piano di colmaticcio m 3,25; diam. allo svettamento m 1,65), conserva un elevato a vista di altezza variabile da m 2,62 (per 9 filari, settore 0) a m 3,35 (per 12 filari, settore E); l'opera muraria, in notevole aggetto mostra l'impiego di conci di dimensioni varie, da medie a cospicue (notevoli le proporzioni dell'architrave che sormonta l'apertura dell'andito d'accesso) con faccia a vista a contorno per lo più poligonale, distribuiti lungo filari non molto regolari con uso frequente di zeppe di rincalzo.Tre nicchie, localizzate rispettivamente nei settori SO (n.1), NO (n.2) e NE (n.3), ampliano ulteriormente gli spazi utili interni della camera. La nicchia n. 1, a pianta sub-trapezoidale con lato di fondo stondato (lungh. m 1,85; largh. m 0,60/0,92; alt sull'ingombro m 0,85/1,65)  e copertura a falsa volta, è accessibile da un ingresso a luce sub-trapezoidale (alt. a vista m 1,65; largh. m 0,52/0,60); la nicchia n.2 (pianta non determinabile; lungh. m 1.40), prospiciente l'apertura dell'andito d'accesso e quasi completamente interrata, è accessibile da un ingresso architravato (alt. a vista m 0,66; largh. m 0.90); la nicchia n. 3, a pianta quasi rettangolare, con lato di fondo stondato (lungh. m 1,70; largh. m 1,37/1,45; alt. max. sull'ingombro m 2,70) e copertura a falsa volta, è accessibile da un ingresso architravato a luce trapezoidale (alt. sull'ingombro m 2,50; largh. m 0,60/1,45). Tanto la nicchia n. 1 che, soprattutto, la n. 3, sono interessate da profondi scassi clandestini che hanno asportato buona parte dell'originaria sedimentazione stratigrafica; nel materiale di risulta si recupera una discreta quantità di frammenti ceramici d'impasto.In corrispondenza del settore SE del vano camera, un unico piccolo ingresso architravato a luce trapezoidale (alt. m 1; largh. m 0,30/0,76), sopraelevato di m 0,67 rispetto alla sommità dell'architrave dell'apertura dell'andito d'accesso, immette in un vano a pianta sub-ellittica (asse maggiore sul pavimento m 2,60; allo svettamento m 1,35) con copertura a tholos non conservata; l'elevato, a pareti fortemente aggettanti, è conservato per un'altezza variabile da m 0,35 (per 1 filare; settore SE) a m 2,10 (per 6 filari; settore NE). Una feritoia/punto luce (alt. in 0.75; lungh. m 1,50; largh. m 0,25/0,30), ad un'altezza di m 0,20 circa dal pavimento, attraversa l'intero spessore murario in corrispondenza del settore SE del vano; una probabile seconda feritoia è presente a breve distanza dalla precedente. L'ambiente sopraelevato, ricavato nello spazio intermurario compreso tra il muro perimetrale del vano camera e il perimetro murario dei mastio, è localizzato sulla verticale della zona compresa tra la porzione terminale dell'andito d'accesso e l'ingresso/parte iniziale del vano scala; il suo livello pavimentale, parzialmente crollato, coincide sostanzialmente con la copertura degli ambienti sottostanti.Il corpo d'addizione concentrico e trilobato, come detto, appare articolato planimetricamente in tre torri minori: “A”, “B” e “C”, raccordate da cortine murarie rettilinee (stando almeno ai tratti residui del bastione); quest'omogeneo corpo edilizio aggiunto, a schema grossomodo triangolare e a sviluppo retto-curvilineo, doveva raggiungere in origine un perimetro esterno complessivo di circa 66 m. La torre “A” (o Sud), a pianta probabilmente circolare (diam. non determinabile), conserva in opera alcune porzioni del muro perimetrale in corrispondenza dei settori S, SE e SO (elevato a vista di altezza variabile da m 2,85 per 4 filari a m 0,45 per 1 filare; spess. murario m 2,25); i tratti W, N e E del perimetro murario risultano invece in disfacimento e/o occultati dalle masse di crollo prodotte dalla disgregazione dei tessuti murari del mastio. In corrispondenza dell'area sommitale è appena leggibile tra i crolli un modesto tratto (settore E, e parti esigue dei settori S e N) del paramento interno del vano camera della torre (elevato a vista di altezza variabile da m 0,25 per 1 filare a m 1,50 per 4 filari). La torre “B” (o Nord-Ovest), a pianta probabilmente circolare (diam. m 6 circa ?), conserva buona parte del muro perimetrale in corrispondenza dei settori NO, N ed E (elevato a vista di altezza variabile da m 0, 70 per 2 filari, a m 3,95 per 6 filari); i crolli che invadono l'area sommitale non consentono tuttavia né di determinare con buona approssimazione il diametro allo svettamento, né una lettura, seppur approssimativa, dell'originaria articolazione planimetrica interna. La torre “C” (o Est) appare al momento in quasi completo disfacimento; residuano a vista soltanto due modesti lembi del perimetro murario esterno in corrispondenza dei settori N e S (elevato a vista di altezza variabile da m 0,50 per 1 filare, a m 1,70 per 3 filari) che sembrano tuttavia restituire per la struttura una pianta circolare con diametro approssimativo di m 7 circa. Del bastione si conservano a vista un breve brano murario rettilineo (lungh. m 2,80; alt. a vista sul crollo da m 0,55 per 1 filare, a m 2,10 per 5 filari) della cortina di raccordo tra le torri “A” e “B” e un lungo tratto (anch'esso rettilineo) della cortina muraria compresa tra le torri “B” e “C” (1ungh. m 11,50; largh. del bastione m 1,60/2,10; elevato a vista sul crollo di altezza variabile da m 0,30 per 1 filare parz. a vista, a m 2,20 per 4 filari). Il tratto del bastione compreso tra le torri “A” e “C” appare quasi completamente interessato da estesi fenomeni di crollo; attualmente residuano a vista soltanto le porzioni terminali, raccordate senza soluzione di continuità alle torri laterali (alt. max. a vista sul piano di crollo m 2,85, per 9 filari, presso la torre “A”). A ridosso delle strutture superstiti della torre “C” si conserva ben visibile l'ingresso del bastione, al momento quasi completamente interrato e ostruito da materiali di crollo; l'ingresso, esposto a SE (alt. a vista m 0,40 circa; largh. m 1,10), appare completamente decentrato rispetto all'accesso del mastio ed è sormontato da un enorme elemento architravale (lungh. 2,60; spess. m 1,05; largh. m 0,65). L'ingresso immette in un andito parzialmente leggibile (lungh. apprezzabile m 2,05), quasi completamente interrato, a pianta probabilmente rettangolare e con copertura a piattabanda, che consentiva in origine di accedere all'area interna difesa dalla cortina del bastione. L'opera muraria del corpo d'addizione appare realizzata in conci di granito di dimensioni assai varie e con facce a vista a contorno da poligonale a tendenzialmente rettangolare; il tessuto murario mostra in particolare un'evidente differenziazione tra i paramenti della torre “A” e della cortina di raccordo “A”-”B” (con conci generalmente di minori dimensioni, a contorno più regolare e filari piuttosto omogenei) e le superfici murarie della torre “B” e in minor misura della cortina “B”-”C”, realizzate invece con conci di notevoli proporzioni a contorno poligonale.A partire dal tratto N/NO del paramento esterno della torre d'addizione “B” si sviluppa un'ulteriore cortina muraria ad andamento grossomodo rettilineo S>N (lungh. m 5,50; elevato a vista, in corrispondenza del paramento esterno, da m 0,80 per 1 filare a m 2,60 per 4 filari; spess. non determinabile); tale cortina, alla sua estremità N, in origine, doveva raccordarsi (in corrispondenza di un breve tratto attualmente non visibile) ad una struttura muraria rettilinea (lungh. apprezzabile m 7,30; elevato a vista in corrispondenza del paramento esterno, da m 0,55 per 1 filare a m 1,23 per 3 filari; spess. non determinabile) con orientamento E>W. E' assai probabile che tali strutture murarie, attualmente visibili nel solo paramento esterno, siano pertinenti ad un antemurale.Ad una distanza di m 20 circa ad O del nuraghe si conserva, in posizione eretta, una sorta di grande stele-menhir (alt. max. a vista m 2; largh. alla base m 1,35; spess. alla base m 1,20; spess. alla sommità m 0,50) di forma irregolare, rastremata alla sommità e a sezione verticale grossomodo piano-convessa; la fronte, volta a NE, si presenta piatta e a contorno ogivale. Le superfici, ricoperte dì muschi e licheni non mostrano in apparenza tracce di lavorazione.

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Nuraghe Istelai
Nuraghe Istelai
(foto di: archivio Parco Naturale Regionale di Tepilora)
 
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