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La foce del rio Posada diventa un’area Ramsar

Nuovo importante riconoscimento per la zona umida del parco di Tepilora Si tratta di uno spazio di 736 ettari, un esempio quasi unico in tutta la Sardegna

( 28 Febbraio 2021 )

Altro importante riconoscimento per il territorio compreso all’interno del parco di Tepilora. Dopo la riserva di biosfera MaB Unesco che raggruppa anche altri 13 Comuni esterni all’area protetta, ieri è arrivata la comunicazione ufficiale per l’ingresso nell’area Ramsar dedicato alle zone umide meglio conservate del pianeta. I 736 ettari della foce del Rio Posada e di una parte del fiume in agro di Torpè, diventano la 171esima area protetta riconosciuta al mondo dalla convenzione internazionale. Un microcosmo a parte, che tra i due centri baroniesi custodisce habitat animali e vegetali unici, capaci di garantire la conservazione e la proliferazione di specie anche assai rare soprattutto fra gli uccelli acquatici. L’area umida si caratterizza per un elevato grado di naturalità e rappresenta un esempio quasi unico in Sardegna e nell’area mediterranea di sistema di foce integro a regime torrentizio. Il sito presenta inoltre una considerevole varietà ambientale poiché i tratti fluviali che vi confluiscono hanno un andamento sinuoso e determinano un reticolo di vie d'acqua, nonché la formazione di un sistema di stagni retrodunali.

«Le straordinarie caratteristiche dei nostri territori si stanno sempre più affermando sul panorama internazionale permettendo al Parco di confrontarsi nel consesso mondiale di settore con una maturità crescente che, sono certo, porterà giovamento alle comunità e ai tanti portatori di interesse che, pian piano, stanno decidendo di investire tempo ed energie sul progetto ambientale – dice il presidente Francesco Murgia –. Un progetto che dagli altopiani della Barbagia di Bitti arriva fino alle coste della Baronia di Posada, passando per Lodè e Torpè. Questo riconoscimento – conclude – sarà inoltre un attrattore molto efficace sul piano del reperimento di risorse da investire nello sviluppo territoriale». Soddisfatto anche Il direttore Paolo Angelini. «Abbiamo portato a casa un risultato straordinario frutto di un lavoro di squadra che ha visto collaborare i nostri uffici con quelli del Ministero dell’Ambiente, Fondazione MedSea di Cagliari e tanti altri studiosi in tematiche ambientali. Entrare oggi da protagonisti nella grande famiglia Ramsar ci rende orgogliosi non solo come Parco, ma anche come sistema Sardegna». Grazie all’esperienza maturata da Angelini alla guida del comitato scientifico dell’area marina protetta del Sinis-Mal di Ventre, si è arrivati a costruire una candidatura più incisiva e puntuale delle zone umide del Parco di Tepilora. «Un traguardo – conclude il presidente – che deve spronarci a guardare avanti con uno spirito fattivo ancora più forte, favorendo la nascita o il miglioramento di progetti di valorizzazione del Parco: da una messa in essere maggiormente proficua del Contratto di Fiume, alla realizzazione di una scuola superiore di Birdwaching nell’ambito del piano d’azione Ramsar dove coinvolgere, così come abbiamo fatto lo scorso autunno nella prima edizione, i migliori esperti sul campo». La Convenzione di Ramsar, firmata nell’omonima città iraniana nel gennaio 1971, è la carta più importante dedicata alle zone umide di interesse internazionale. Aderiscono a tale trattato 171 Paesi, mentre in Italia sono 57 le aree riconosciute.

Fonte: La Nuova Sardegna
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La foce del rio Posada diventa un’area Ramsar
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