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Nuraghe Curtu/Netossila

Tipologia: Nuraghe
Periodo/Età: Nuragico
Stato di Conservazione: Parzialmente elevato
Accessibilità: Scarsa
Fruibilità: No
Condizione Giuridica/Proprietà: Privato
Altitudine: 834 m. s.l.m.
Bibliografia: A. TARAMELLI, Carte Archeologiche della Sardegna, Sardegna Archeologica –Reprints–, Delfino Editore, Sassari 1993, vol. 1, F.° 194, I S.E., p. 73, n. 12; G. CANU, Saggio di Catalogo archeologico sul F.194 della Carta d’Italia, Quadr. I S.E., Tesi di Laurea, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Cagliari, Anno Accademico 1970-1971, dattiloscritto, scheda 12, pp. 74-77.A. TARAMELLI, Carte Archeologiche della Sardegna, Sardegna Archeologica –Reprints–, Delfino Editore, Sassari 1993, vol. 1, F.° 194, I S.E., p. 73, n. 12; G. CANU, Saggio di Catalogo archeologico sul F.194 della Carta d’Italia, Quadr. I S.E., Tesi di Laurea, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Cagliari, Anno Accademico 1970-1971, dattiloscritto, scheda 12, pp. 74-77.

Il nuraghe, monotorre a tholos, sorge a quota 834 m s.l.m., in corrispondenza di un modesto sperone granitico, in posizione lievemente rilevata su un'ampia zona quasi pianeggiante, interessata de estesi e radicali interventi di bonifica superficiale dei terreni; l'area circostante il monumento è utilizzata a pascolo-arativo con manto vegetale costituito da querce generalmente di non grandi dimensioni. La fascia prossima alle strutture murarie, caratterizzata de frequenti affioramenti granitici, è cinta in parte da un muro a secco moderno che riutilizza alcuni grandi conci poligonali di spoglio; nelle vicinanze, infine, si conservano i ruderi di due piccoli fabbricati rurali. Una sorgente, localizzata ad una distanza di circa 125 m in direzione SO, rappresentava in antico una comoda opportunità di rifornimento idrico.

La torre, a profilo troncoconico, conserva apparentemente l'intero circuito del muro perimetrale, a tratti fortemente sconnesso in corrispondenza del filare di cresta; una fitta vegetazione invade l'area sommitale del monumento obliterando al contempo buona parte delle superfici murarie del paramento esterno del perimetro murario. Grandi masse di crollo, prodotte dal disfacimento degli alzati, oltre ad ingombrare l'interno dei vano camera si addossano all'esterno al muro perimetrale.
Il corpo edilizio restituisce allo svettamento un diametro esterno di m 11,20 circa; nei tratti leggibili, non occultati dalla vegetazione, conserva un elevato di altezza variabile da un massimo di m 1,90, pari a 4 filari a vista sul piano di edificazione roccioso (settore O), ad un minimo di m 0,70, per 2 filari a vista sull'ingombro di crollo (settore SE), con uno spessore murario di m 3/3,70 circa. L'opera muraria, nella consueta tecnica a secco e a sacco, è realizzata con conci di granito di dimensioni varie (de medio-grandi a davvero cospicue), con faccia a vista a contorno per lo più poligonale, distribuiti lungo filari non molto regolari; in corrispondenza del settore O il corpo murario appare edificato direttamente sulla superficie irregolare dello sperone granitico.
L'ingresso, localizzato nel settore SE e quasi completamente ostruito da materiali di crollo e da un notevole deposito d'interro (alt, a vista m 0,60; largh. m 0,70), è sormontato de un poderoso architrave di forma parallelepipeda (lungh. m 1,80 circa; largh. m 0,65; spess. m 0,64). L'ingresso immette nell'andito d'accesso a pianta pressoché rettangolare (lungh. m 3,75; alt. max. a vista m 1,70; largh. a terra m 0,75, allo svettamento m 0,30 circa), parzialmente ingombro di materiali di crollo; dell'originaria copertura a piattabanda residuano attualmente in opera soltanto due elementi. Le condizioni di scarsa visibilità, e il precario stato di conservazione dell'area sommitale del monumento, impediscono al momento di verificare la presenza eventuale del vano scala e della nicchia d'ingresso.
Il vano camera, ingombro di un potente deposito di crollo prodotto dal disfacimento degli alzati e dell'originaria copertura a tholos, presenta una pianta circolare con diametro allo svettamento di m 4,50 circa; il tessuto murario dei paramenti interni (conservati per un'altezza massima a vista sul livello di crollo di m 1,80 pari a 6 filari), mostra l'impiego di conci di granito di dimensioni da medio-grandi a davvero cospicue, con faccia a vista a contorno per lo più poligonale e solo in qualche caso tendenzialmente rettangolare, distribuiti lungo filari non molto regolari, con uso relativamente frequente di zeppe di rincalzo.
Due nicchie si aprono in corrispondenza dei settori E/NE (nicchia n.1) e O/SO (nicchia n.2). La nicchia n.1 è accessibile da un ingresso architravato (l'architrave di forma parallelepipeda e di proporzioni considerevoli misura m 1,30x0,70x0,35) sormontato da un piccolo finestrello di scarico a luce rettangolare; presenta pianta irregolarmente trapezoidale con lato di fondo stondato (alt. a vista m 2.25; largh. m 0,70; lungh. m 1,10) ed è interessata da un profondo scasso clandestino. La nicchia n.2 (alt. max. sul piano di colmaticcio m 1,40; largh. m 0,60; lungh. apprezzabile m 0,85; pianta di forma non determinabile), accessibile da un ingresso architravato a luce probabilmente sub-trapezoidale (alt. a vista m 1,40: largh. m 0,60) è in gran parte ingombra dei materiali di crollo prodotti dal disfacimento della copertura.
Il nuraghe, monotorre a tholos, sorge a quota 834 m s.l.m., in corrispondenza di un modesto sperone granitico, in posizione lievemente rilevata su un'ampia zona quasi pianeggiante, interessata de estesi e radicali interventi di bonifica superficiale dei terreni; l'area circostante il monumento è utilizzata a pascolo-arativo con manto vegetale costituito da querce generalmente di non grandi dimensioni. La fascia prossima alle strutture murarie, caratterizzata de frequenti affioramenti granitici, è cinta in parte da un muro a secco moderno che riutilizza alcuni grandi conci poligonali di spoglio; nelle vicinanze, infine, si conservano i ruderi di due piccoli fabbricati rurali. Una sorgente, localizzata ad una distanza di circa 125 m in direzione SO, rappresentava in antico una comoda opportunità di rifornimento idrico.
La torre, a profilo troncoconico, conserva apparentemente l'intero circuito del muro perimetrale, a tratti fortemente sconnesso in corrispondenza del filare di cresta; una fitta vegetazione invade l'area sommitale del monumento obliterando al contempo buona parte delle superfici murarie del paramento esterno del perimetro murario. Grandi masse di crollo, prodotte dal disfacimento degli alzati, oltre ad ingombrare l'interno dei vano camera si addossano all'esterno al muro perimetrale.
Il corpo edilizio restituisce allo svettamento un diametro esterno di m 11,20 circa; nei tratti leggibili, non occultati dalla vegetazione, conserva un elevato di altezza variabile da un massimo di m 1,90, pari a 4 filari a vista sul piano di edificazione roccioso (settore O), ad un minimo di m 0,70, per 2 filari a vista sull'ingombro di crollo (settore SE), con uno spessore murario di m 3/3,70 circa. L'opera muraria, nella consueta tecnica a secco e a sacco, è realizzata con conci di granito di dimensioni varie (de medio-grandi a davvero cospicue), con faccia a vista a contorno per lo più poligonale, distribuiti lungo filari non molto regolari; in corrispondenza del settore O il corpo murario appare edificato direttamente sulla superficie irregolare dello sperone granitico.
L'ingresso, localizzato nel settore SE e quasi completamente ostruito da materiali di crollo e da un notevole deposito d'interro (alt, a vista m 0,60; largh. m 0,70), è sormontato de un poderoso architrave di forma parallelepipeda (lungh. m 1,80 circa; largh. m 0,65; spess. m 0,64). L'ingresso immette nell'andito d'accesso a pianta pressoché rettangolare (lungh. m 3,75; alt. max. a vista m 1,70; largh. a terra m 0,75, allo svettamento m 0,30 circa), parzialmente ingombro di materiali di crollo; dell'originaria copertura a piattabanda residuano attualmente in opera soltanto due elementi. Le condizioni di scarsa visibilità, e il precario stato di conservazione dell'area sommitale del monumento, impediscono al momento di verificare la presenza eventuale del vano scala e della nicchia d'ingresso.
Il vano camera, ingombro di un potente deposito di crollo prodotto dal disfacimento degli alzati e dell'originaria copertura a tholos, presenta una pianta circolare con diametro allo svettamento di m 4,50 circa; il tessuto murario dei paramenti interni (conservati per un'altezza massima a vista sul livello di crollo di m 1,80 pari a 6 filari), mostra l'impiego di conci di granito di dimensioni da medio-grandi a davvero cospicue, con faccia a vista a contorno per lo più poligonale e solo in qualche caso tendenzialmente rettangolare, distribuiti lungo filari non molto regolari, con uso relativamente frequente di zeppe di rincalzo.
Due nicchie si aprono in corrispondenza dei settori E/NE (nicchia n.1) e O/SO (nicchia n.2). La nicchia n.1 è accessibile da un ingresso architravato (l'architrave di forma parallelepipeda e di proporzioni considerevoli misura m 1,30x0,70x0,35) sormontato da un piccolo finestrello di scarico a luce rettangolare; presenta pianta irregolarmente trapezoidale con lato di fondo stondato (alt. a vista m 2.25; largh. m 0,70; lungh. m 1,10) ed è interessata da un profondo scasso clandestino. La nicchia n.2 (alt. max. sul piano di colmaticcio m 1,40; largh. m 0,60; lungh. apprezzabile m 0,85; pianta di forma non determinabile), accessibile da un ingresso architravato a luce probabilmente sub-trapezoidale (alt. a vista m 1,40: largh. m 0,60) è in gran parte ingombra dei materiali di crollo prodotti dal disfacimento della copertura.

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